20 Febbraio 2023 - Santi Francesco e Giacinta Marto

20 FEBBRAIO 2023 - SANTI FRANCESCO E GIACINTA MARTO
Oggi - 20 febbraio 2023 - lunedì della VII settimana del Tempo Ordinario, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, i Santi Francesco e Giacinta Marto, veggenti di Fatima. Francisco (Francesco) e Jacinta (Giacinta) de Jesús Marto, questi rispettivamente i loro nomi di battesimo nella materna lingua portoghese e il comune cognome completo (secondo l’uso lusitano di assumere, davanti a quello paterno, anche il primo cognome materno), fratelli carnali, nacquero nell’ordine l'11 giugno 1908 e l'11 marzo 1910 ad Aljustrel, presso Beja, nel sud del Portogallo. I loro genitori erano i cattolicissimi e poveri contadini Manuel Pedro Marto e Olímpia de Jesús dos Santos. Si trattava di due bambini come tutti gli altri, allegri e vivaci, cui piaceva giocare, ballare e cantare. Erano analfabeti, sensibili, buoni, educati, innamorati della natura e assidui alla preghiera, specialmente del Santo Rosario. Vivevano con la famiglia nella piccola frazione di Fatima, appartenente al comune di Ourém, nel centro del Portogallo, vicino alla casa degli zii e della cuginetta Lucia dos Santos (1907-2005), che sarà poi Serva di Dio (la loro mamma, Olimpia, era sorella del padre di Lucia, Antonio), dove la loro famiglia si era trasferita quand’erano ancora piccoli. A Lucia, di un anno più grande di Francesco e di tre rispetto a Giacinta, erano entrambi molto legati. Sia la loro famiglia che quella degli zii erano di poveri pastori e piccoli contadini. Pertanto dovevano, come la cuginetta, aiutare molto, pascolando il piccolo gregge domestico ed impegnandosi in ogni sorta di lavori agricoli e manuali in genere. Francesco, affascinato dalla natura, era ubbidiente e devoto al Signore e alla Vergine Maria, proprio come Giacinta, forse un po' permalosa ma con un'anima buona, la quale amava dare dei simpatici soprannomi “spirituali” alle varie manifestazioni del Creato, come le stelle che lei chiamava “Lampade degli Angeli” o la luna definita “Lampada di Nostra Signora”. Nella primavera del 1916, conducendo al pascolo il gregge nelle vicine campagne unitamente a Lucia, ebbero i primi contatti col soprannaturale, con la visione di un Angelo. Il 13 maggio 1917, dopo avere partecipato alla messa, condussero le pecore al pascolo unitamente a Lucia, in un luogo un po’ più distante da Fatima chiamato “Cova da Iria” (“Conca di Iria”). Mentre le pecore brucavano e loro tre giocavano, improvvisamente, videro tutti come un forte lampo luminosissimo nel cielo sereno. Spaventati, temendo anche che potesse venire da un momento all’altro un temporale violento, decisero di tornare a casa quando, in piedi in cima alla chioma d'un piccolo albero di leccio, videro “… una Signora vestita di bianco, più splendente del sole … ”, come testualmente la descrisse Lucia. Era la Santa Vergine. L'evento si ripeté per ben sei volte, fino al 13 ottobre 1917. Riguardo alle prime apparizioni, tutti e tre parlarono di “una donna” vestita con una tunica bianca che scendeva fino ai piedi, un lungo mantello dello stesso colore che le copriva il capo, una bianca corona del Rosario nella mano destra e i piedi poggiati su una piccola nube, al di sopra del predetto leccio. Nell'incontro del successivo 13 luglio, la Madonna rivelò a tutti e tre un segreto diviso in tre parti, che avrebbero dovuto rivelare solo in tempi stabiliti. La Vergine comunicò inoltre, a tutti e due, che sarebbero morti presto, mentre Lucia sarebbe dovuta restare più a lungo sulla terra. Le apparizioni della Madre di Dio trasformarono profondamente i due pastorelli, maturandoli fortemente e proiettandoli in una dimensione tutta spirituale, tanto che non furono più fanciulli “vivaci e spensierati”, ma quasi “immersi nel soprannaturale”. Costante preoccupazione e ardente desiderio di Francesco e Giacinta, assecondati da Lucia, era diventato pregare e fare sacrifici e rinunce per la conversione dei peccatori, come la Madonna aveva loro chiesto. Per questo patirono volontariamente la fame e la sete. Giacinta si strinse anche una corda attorno alla vita per soffrire anche nella tenera carne. Il 13 ottobre 1917, ultima apparizione, la Vergine si presentò loro come la Madonna del Rosario e raccomandò di recitare sempre, incessantemente, questa preghiera. Una meravigliosa storia mistica, quella dei fratellini Francesco e Giacinta e della loro cuginetta, che provocò problemi e sofferenze non indifferenti a loro e alle rispettive famiglie. Questo soprattutto a causa dell’ostilità delle pubbliche autorità locali, apertamente anticlericali, in particolare del podestà di Ourém, un massone molto avverso alla Chiesa. Il primo cittadino, cercò di costringerli a confessare il falso pubblicamente, in altre parole che si erano inventati tutto circa le apparizioni, oltre che a farsi rivelare il segreto che, come loro sostenevano, la Madonna aveva confidato loro. Con uno stratagemma li segregò, minacciando Giacinta, la più piccolina e suggestionabile, di farla friggere in una caldaia d’olio bollente. Tuttavia, coraggiosissimi, con l’aiuto di Maria Santissima non cedettero. Furono allora rinchiusi nella prigione del paese, dove i detenuti, ammaestrati a ciò, cercarono di persuaderli a rivelare ciò che sapevano. Ciò nonostante, essi non solo non svelarono nulla, ma li esortarono a recitare con loro il Rosario, convertendoli. Dopo l'ultima apparizione goduta in comune, il Cielo non si chiuse definitivamente per i due fratelli e per la cuginetta, che continuarono a godere di apparizioni “private”, soprattutto Francesco e Giacinta, nei loro letti di dolore. Infatti, a diciotto mesi dall'ultima comparsa della Madonna, verso il mese d’aprile 1919, i due si ammalarono della terribile influenza chiamata “Spagnola”, che in quegli anni, in tutta Europa, mieteva milioni di vittime. Da quel momento Francesco e Giacinta capirono che la malattia li avrebbe condotti al Cielo, come loro preannunciato dalla Madre Celeste, e tranquillamente attesero l'incontro col Signore, preparandosi con la preghiera. Francesco morì molto presto, il 4 aprile 1919 all’età di dieci anni e nove mesi. Giacinta, che fino allora era stata sempre sana e piuttosto robusta per la sua età, ne fu talmente prostrata che non riuscì più a riaversi. La malattia fu per lei causa di grandi tribolazioni, che offrì al Signore insieme alle altre penitenze che volontariamente s’imponeva, per la conversione dei peccatori e in riparazione delle offese fatte a Dio. Venne ricoverata nell’ospedale Sant’Agostino di Vila Nova de Ourém, ben consapevole che né l’ospedale né le cure le avrebbero restituito la salute. Infatti andò gradualmente peggiorando, mentre aumentava la sofferenza fisica. Il suo corpicino era debole, macilento e prostrato dalla malattia, ma il suo cuore era sempre fisso su quello Immacolato di Maria e si immolò per la salvezza dei peccatori. Alla fine del 1919, finalmente, la Madonna le disse che presto sarebbe venuta a prenderla per portarla in Cielo. Nel gennaio 1920, a causa d’una pleurite purulenta, fu trasferita nell’ospedale pediatrico della capitale Lisbona, con suo dispiacere perché lontana dalla famiglia e consapevole che sarebbe morta tra breve, come le era stato detto dalla Mamma del Cielo. Il 2 febbraio 1920 venne nuovamente operata, questa volta per pleurite purulenta con fistola, ma, date le sue pessime condizioni fisiche, le venne fatta solamente un'anestesia locale. Patì così atroci dolori, ma tutto sopportò senza lamentarsi. Quattro giorni prima della morte la Madonna le apparve e le disse che era quasi giunto il momento e che, molto presto, sarebbe venuta a prenderla e, intanto, le tolse ogni dolore fisico. Il pomeriggio del 20 febbraio 1920, chiese al parroco che l’aveva appena confessata nel suo letto di dolore di portarle la santa comunione, ma il sacerdote non poteva farlo subito e le rispose che gliela avrebbe somministrata il giorno seguente. “Troppo tardi!”, rispose lei. Alle 22.30 di quella stessa sera, infatti, si spense serenamente nell’ospedale pediatrico di Lisbona. Quel piccolo corpo, che tre anni di mortificazioni ed un anno e mezzo di martirio della malattia avevano santificato, fu ricoperto con un vestitino bianco, stretto ai fianchi da una fascia azzurra: i colori della Santa Vergine. Venne tumulata nel cimitero di Vila Nova de Ourém, ma, il 12 settembre 1935, il competente vescovo di Leiria decise di trasportare i suoi resti mortali a Fatima, il paesino dove Giacinta aveva vissuto la sua breve vita e che ricadeva nella sua giurisdizione ecclesiastica. Venne aperta la cassa ed il volto della piccola pastorella apparve incorrotto. Il 13 maggio 2000, papa San Giovanni Paolo II dichiarò Beati i due fratelli. Il 13 maggio 2017, furono procalmati Santi dal pontefice Francesco in occasione del centenario della prima apparizione. Oggi Francesco e Giacinta sono sepolti uno accanto all’altra nella cappella al lato sinistro, entrando, dell'altare maggiore del Santuario di Fatima, l’imponente tempio mariano che sorge in località Cova da Iria, iniziato nel 1928 e terminato nel 1953. Con la canonizzazione, il 20 febbraio, giorno della morte di santa Giacinta, è stato istituito come il giorno della memoria dei Santi Francesco e Giacinta Marto.
Roberto Moggi
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