220924 - Saper curare il proprio modo di pensare

#TCNCH - 220924

Advanced Mind Institute Italia

CHI SI AMMALA DI CANCRO?

"...Quanto alla mia storia personale, una delle mie nonne morì di cancro al seno, e mia zia morì del cancro ai polmoni. Perciò il profilo di un malato di tumore lo vedo non solo dall'esterno ma anche dall'interno.
Nella maggioranza dei casi coloro che s'ammalano di cancro con una brutta dinamica sono quelle persone che hanno subito una un serio psicotrauma senza averlo metabolizzato. Sono rinunciati alla lotta ma le emozioni continuano a corroderli da dentro...
Certamente, il prolungato stress compromette il sistema immunitario. Le cellule cancerose le abbiamo sempre, ma si attivano soltanto in quegli organismi dove viene avviato il processo dell'auto eliminazione.
Esiste anche una predisposizione genetica ai tumori, ma non è tanto fisiologica quanto è il modo di reagire biologicamente e psicologicamente alla percezione della vita, sin dalla prima infanzia. Dipende da voi se questa bomba a scoppio ritardato si attiverà nella vostra vita. Non succederà se non sarete impotenti nelle varie situazioni della vita, laddove i vostri antenati non ce l'hanno fatta.
Preannunciano il cancro:
- Una profonda EMOZIONE per una perdita (non solo delle persone ma anche dello stato sociale, dell'abitazione... un rancore verso una figura importante che ha deluso);
- La CANCEROFOBIA può colpire coloro che sono stati a contatto stretto con i malati terminali. Si forma un programma di paura di ammalarsi di cancro;
- LA PERDITA DEL SENSO DELLA VITA a causa delle delusioni, rancori, auto rimproveri.
Le persone reagiscono diversamente agli stress, ma non è lo stress in se che fa paura, fa paura la fuga dallo stress;
Sono inclini a farlo queste persone:
- Coloro che non hanno avuto dei contatti emozionali con i genitori, oppure, al contrario, hanno instaurato i rapporti troppo dipendenti (per esempio, avendo avuto una madre dominante);
- Coloro che hanno perso un appoggio psicologico nella vita, di regola, 1-3 anni prima di ammalarsi. In seguito, il trauma diventa insopportabile e porta alla rinuncia all'adattamento alle nuove circostanze. Quando la persona non trova un aiuto in se stessa, la perdita del compagno/parente porta alla perdita della vita (per esempio, tramite il cancro);
- Coloro che fuggono, non credono nelle loro forze;
- Coloro che soffrono e si disperano accumulando nell'animo il dolore, la rabbia e l'ostilità, ma non possono far esplodere la loro aggressione a cause dei divieti interiori;
- Coloro che vedono la vita in chiave pessimistica, non sono capaci di rilassarsi e faticano ad adattarsi alle nuove condizioni della vita; coloro che esprimono degli stereotipi tipo: "Non posso chiedere aiuto, non è bello"- "Quando sarò vecchio nessuno avrà bisogno di me" - "Non ho mai avuto fortuna, è un destino".
Una malattia arriva come un maestro ed un aiutante, e ci sono due strade da percorrere:
- arrendersi e morire
- imparare a gestire i propri traumi, smettendo di essere comodi per gli altri.
Il cancro è un prezzo troppo alto per risolvere così i propri problemi."
(Lilia Levitskaya)
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 Avere la massima cura del proprio modo di pensare, significa non solo riuscire a migliorare il proprio stato mentale, ma anche quello fisico, acquisendo una migliore immunità verso qualsiasi malattia.
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Spesso la malattia non rappresenta altro che un messaggio che ci esorta a smettere di avere dei comportamenti sbagliati nel nostro modo di vivere, con tutte le cause che possono concorrere, per una vita sedentaria, per un'alimentazione sbagliata, ma soprattutto per l'atteggiamento mentale al quale dobbiamo dare la massima importanza.
La prima volta che mi imbattei nel racconto di una donna che riuscì a guarire da un tumore, con la cura del digiuno assistito in una clinica specializzata, mi colpì che asserisse di cercare di avere solo pensieri positivi durante tutta la giornata.
Mi ci è voluto del tempo per rendermi conto che cercare di avere sempre un atteggiamento mentale positivo, eliminando qualsiasi sentimento negativo di astio, rabbia, rancore, invidia, frustrazione e quant'altro, rappresenta la migliore cura preventiva e anche risanante per qualsiasi malattia anche grave.
L'errore più che giustificabile, per una malattia grave, è quello di farsi prendere dai peggiori sentimenti, dalla paura alla frustrazione, alla rabbia (Perché proprio a me?), alla depressione, a una completa inerzia che diventa una resa senza via di scampo verso la malattia da cui si è afflitti.
A tale proposito, riporto un fatto che appresi poco tempo fa.
Un mio ex collega, in seguito a degli esami, apprese di avere la leucemia. Dopo 12 giorni da tale notizia, morì.
Ora non so che tipo di leucemia avesse, né tanto meno sono in grado di ipotizzare l'aspettativa di vita che permette tale malattia, ma ritengo, mi si dica poi a torto, che se non fosse stato messo al corrente del male che aveva, il tredicesimo giorno sarebbe stato ancora vivo, senza osare altre ipotesi di durata che non sono in grado di formulare.

rm
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