8 APRILE 2022 - SAN DIONIGI DI CORINTO
Oggi - 8 aprile 2022 - venerdì della V settimana del Tempo di Quaresima, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, San Dionigi di Corinto, vescovo. Di Dionysios o Dionysius (Dionigi), questo il suo nome rispettivamente nella natia lingua greca e in latino, non si conosce quasi nulla. Le poche notizie sicure che lo riguardano provengono dal vescovo e scrittore greco Eusebio di Cesarea (263 circa-340 circa) e dal monaco, presbitero e teologo romano San Girolamo (347-420), che ne fa cenno nella sua opera “De viris illustribus” (“Sugli uomini illustri”). Sulla scorta di queste fonti, sappiamo che Dionigi nacque verosimilmente nel II secolo a Corinto, città situata nella parte centro-meridionale della Grecia continentale, nella penisola del Peloponneso, presso l'omonimo istmo, all’epoca sotto dominio romano. Null’altro si conosce di lui, fino a quando fu nominato vescovo della sua città attorno al 166, restando in carica fino al 174. Durante il suo episcopato, si distinse particolarmente nella lotta contro le eresie del Marcionismo [dottrina promossa dal vescovo e teologo Marcione di Sinòpe (85 circa-160 circa), che rifiutava ogni interpretazione cristiana dell'Antico Testamento e asseriva l'opposizione totale tra questo e il Vangelo] e del Montanismo [movimento fondato dal teologo Montano (prima metà del II secolo circa), che sosteneva di parlare in nome dello Spirito Santo e di avere visioni profetiche, particolarmente sul ritorno di Cristo]. A questo proposito, Eusebio di Cesarea ne lodò lo zelo apostolico, facendoci pervenire frammenti interessanti di otto lettere che Dionigi indirizzò alle Chiese di Atene, di Lacedemone (secondo nome di Sparta), di Amastri nel Ponto, di Cnosso a Creta (il cui vescovo Pinito gli rispose in termini di somma deferenza), di Nicomedia nell’omonima regione, di Gortina a Creta e di Roma. Tali frammenti, riuniti in una collezione, nonostante siano privi di notizie specifiche sull’autore, sono comunque documenti importanti e unici. Un'altra missiva, infine, fu spedita da Dionigi ad una certa Crisofora, una buona cristiana peraltro ignota. Il Sinassario Costantinopolitano lo ricorda il 29 novembre come martire, benché non si conosca nulla di certo sulla sua morte per la fede. In Occidente, Usuardo (IX secolo), monaco benedettino dell'abbazia di Saint-Germain-des-Prés vicino a Parigi, lo introdusse per primo nel suo Martirologio, donde passò in quello romano all'8 aprile, senza alcun cenno relativo al suo ipotetico martirio. I suoi resti mortali, trasferiti a Roma, furono affidati da Papa Innocenzo III (1198-1216) a tal Emerico, priore del monastero chiamato, in suo onore, di San Dionigi in “agro parisiensi” (quindi presso Parigi, nel Regno di Francia).
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