Oi dialogoi - 6

 

PENSIERO DEL GIORNO.
B
Si nun sentimmo n'amico 'a tantu tiempo, chiammammelo...po' ddarse c'have bbisogno 'e nuje.
M
E se l'impulso di chiamare svanirà per altri pensieri che ce lo fanno dimenticare, il bisogno dell'amico resterà avvolto nell'oblio di ciò che forse mai sapremo.
B
Se svanirà per altri pensieri, credo che l'amicizia doveva essere taroccata. Credo eh.
M
L'amicizia, come qualsiasi relazione umana, tra due estremi di perfezione e superficialità, assume molteplici aspetti secondo il carattere e i punti di vista delle persone che la praticano o credono di praticarla. Vedi "l'amicone" giovialone ed amico di tutti e, a ben stringere, di nessuno. Vedi il quasi solitario, alieno da rapporti superficiali e banali, col quale non è facile stabilire un rapporto d'amicizia che, se però così diventa, risulta un'amicizia nella perfezione del suo significato. Tutti sono convinti di sapere che cos'è un'amicizia, molti di meno sì e no la conoscono, pochi la praticano come idealmente andrebbe praticata. Esula da quanto espresso la quasi sempre simulazione di tale legame facilitata e anche sapientemente indotta dai volponi di Facebook. E questo credo io.
B
Capisco. L'amicizia è un sentimento che va interpretato. Può svilupparsi in tanti modi che lei precisamente ha enunciato. Se interpelliamo 1.000 persone avremo altrettante interpretazioni. Chiaramente il sentimento necessita di un distinguo minuzioso sia teoricamente che fattivamente. Il mio è molto semplice: credo il vero amico non ti chiami solo nel momento del bisogno, ma anche quando le cose della vita gli vanno alla grande. Ti telefona e dice: "Ja', viene, viene a scialà cu me". Se non l'ho resa comprensibile lo dica. E cchest’è!
M
Va da sé, un ottimo esempio di amicizia. Io ho svolazzato per sommi capi, lei laggiù è andato al sodo. Visto che sto cominciando a stancarmi di svolazzare, faccia il piacere, avvolga lo spago e mi tiri giù. Grazie.
B
Sapevo che aveva necessità del capo di spago, ma che lo chiedesse così apertamente, proprio non me l'aspettavo.
M
Sì, addio. Io svolazzo e lei mi casca dalle nuvole. Faccia attenzione a tirare con delicatezza, non sia mai detto che le cascassi addosso. Non vorrei che qualche malizioso lingua lunga raccontasse di averci visti appiccicati. Intanto ho una mia dignità e poi non mi va d'intrattenere relazioni ospedaliere, quand'anche con la sua eccelsa persona, ostacolati nella reciproca visuale da bende e tiranti per aggiustare membra fuori posto. Quando poi lei, persona di riguardo, sia messa nel repartino "IN", mentre io sarei abbandonato su qualche pianerottolo. Vuole che non sappia come vanno queste cose? Quindi faccia attenzione e tiri giù lo spago delicatamente.
B
Ho tanti difetti ma non pecco di indelicatezza. Nel caso in questione mi riporto a un'antica barzelletta di quello che andato dall'urologo fu messo al corrente che doveva essere operato alle vie basse. Dopo svariati e univoci consulti, si recò dal luminare del settore. Il quale dopo la visita sentenziò: "Ma chi è quell'incompetente che ha detto che dev'essere operato...questo se ne cade da solo...Zac! E cchest’è!
M
Pur avvezzo a similitudini audaci ed oltre l'impensabile, qui mi ci perdo, rimediando con un ritorno ab ovo. A fronte dell'importanza amicale, quando c'è, il meschinello da lei scomodato non godeva di un amico ad hoc ovvero un eccellente specialista. Tutto lì, ce l'avesse avuto, sarebbe stato debitamente rappezzato a vantaggio della comodità dell'arnese per bisogni assolti fuori casa. L'amico non gli avrebbe detto in quel caso "Ja', viene, viene a scialà cu me" ma "Ja', viene, viene cu me, che con un par di toppe, te lo rimetto a nuovo" Ah, l'amicizia! Ciò detto, porgo i miei omaggi.
B
Ahahah. È fantastico. Senza Pippo Baudo, però. Buona serata, Camilleri mi attende. Ad maiora.
M
Non mi dica, anche a lei? Andrà a finire che ci incontriamo. Se succedesse, non si preoccupi, farò finta di non conoscerla.

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