’A famma nun tène scuorno.

Se una persona ha veramente fame non esita a
chiedere l’elemosina o cercare altre umilianti soluzioni.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni

Con una premessa: 
L'indigenza e la fame fanno passare o meglio sopportare la vergogna di elemosinare ciò a cui si avrebbe diritto, in una società ideale.
Una società che, al giorno d'oggi, è ancora un'utopia, perché la tanto decantata democrazia, che caratterizzerebbe il regime in cui viviamo, democratica lo è solo in teoria, per la diversa uguaglianza che offre ai partecipanti.
Una democrazia ideale, se pur nella diversità delle risorse finanziarie godute dai cittadini, a seconda delle loro attività, escluderebbe tassativamente qualsiasi categoria di persone alle quali venga impedita una vita almeno dignitosa, che comporti l'acquisizione non solo dei beni primari, o di sopravvivenza, ma anche quelli secondari inerenti a qualsiasi forma d'arte e di cultura.
E non solo, ma anche al godimento di qualsiasi forma assistenziale offerta dalla Sanità, senza essere costretti a spese gravose e impossibili da soddisfare, da parte degli appartenenti alle classi meno abbienti.
Classi meno agiate, in relazione ad attività meno remunerate, ma esentate, come accennato da una qualsiasi forma d'indigenza, e con il diritto di godere di qualsiasi cura medica della quale hanno bisogno.
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La persona dignitosa che versa o è caduta in povertà, ha due impegni gravosi da affrontare, la condizione in cui si trova e la vergogna di dover elemosinare ciò a cui avrebbe diritto in una società ideale.
Ma il ritegno di poter sottrarsi dal dover chiedere ciò a cui avrebbe diritto, ed esservi costretto come un questuante, diventa un lusso che non si può permettere, se vuole sopravvivere.
Occupare i gradini più bassi della società accorda un privilegio che pochissimi sono in grado di apprezzare, per la selezione che opera tra gli esseri umani da cui si è circondati, sapendo riconoscere più facilmente quelli più dotati di umanità, da chiunque, in un qualsiasi approccio, si pone in uno stato di parità, a tutti quelli che si prodigano nel soccorrere chi ha bisogno di aiuto.
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