Quando la serietà non è altro che una semplice opinione.
Non
i dialoghi di Platone, che intanto si sta rivoltando nella tomba, ma
dissennati e surreali sproloqui, ottimi come propedeutici per essere
ammessi ad uno stage al Santa Maria della Pietà, onde ottenere
l’investitura adeguata di ricoverati irrecuperabili.
Un ignobile e spregevole esempio di come un qualsiasi profondo e
meditato tema possa essere mandato a puttane da due sconsiderati, uno
autore del tema e che si presta per qualche suo inconfessato desiderio
di espiazione, che si ipotizza sorto per celate malefatte quando
presiedeva a torbidi scenari di giustizia; l’altro perché sconsiderato e
demente lo è già di suo senza bisogno d’incoraggiamenti, tant’è vero
che che rappresenta lo scrivente di questo prologo esplicativo dei
deprecabili vaneggiamenti ai quali può condurre Facebook, se non
assistiti in modo adatto e conveniente da un tutore e da almeno un paio
di badanti esperti nel ramo degli squilibrati vaneggianti, incapaci di
un qualsiasi ragionamento che abbia un minimo di senno e di decoro.
Questo non è altro che il capitolo zero, il peggio è a seguire.
rm
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