Come mi ci trovai, non lo so dire,
un valico passato non so dove,
in una notte di luminosa luna,
e mi trovai in mezzo a delle ombre
vaganti alcune e immobili cert'altre
e tempo mi ci volle per capire
che anch'io non ero altro che così.
Chi sei, che cerchi chiesi a una d'esse,
perché così appariva il suo agire
ed essa mi rispose che non era
se non ciò che io stesso
mi trovavo lì a rappresentare,
ma percependo la mia stupefazione,
si espresse in un sussurro riluttante:
"Ti trovi in un posto che è un mistero,
e ognuno, te compreso, altro non è."
Mi ci volle per capire dove stavo,
il cimitero dei fatti mai accaduti.
Né lapidi, né croci erano poste,
ma forme di pensiero rarefatte
per il tempo trascorso ad aleggiare
su ciò che non era mai successo.
Frasi non dette ed atti mai iniziati,
drammi non scritti e storie mai compiute,
azioni che non furono intraprese,
desiderati incontri mai avvenuti,
col bene, la fortuna, il male e il peggio
per crudeltà restate nei pensieri
ed opere di bene mai avviate.
Capii alfine chi erano le ombre
impersonate da profanatori
che riesumavano i mancati eventi,
per farli ritornare a nuova vita
e alla perfezione che ha un atto
quando viene portato a compimento.
Vivo d'allora in penosa attesa
dell'impassibile e luminoso volto
rappresentato dalla luna piena,
per il febbrile e morboso godimento
provato nel riportare in vita
gli eventi mai successi da millenni.
rm
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