Intorno agli anni 50, si vedevano spesso giovanottelli più o meno cresciuti che indossavano dei pantaloni particolari, che venivano detti alla "pinocchietto" o alla "saltafosso".
Non era la moda dei vestiti di allora, ma la moda della "micragna" (Condizione di grave indigenza o povertà, miseria nera).
I ragazzi ci crescevano, in quei pantaloni, e una volta scucito l'orlo, se c'era, con mamme e nonne a nasconderne la piega che non doveva essere più tale, col ferro da stiro, c'era poco da fare, i ragazzi continuavano a crescere e i pantaloni no.
Poi magari avevano il vestito della domenica, se ce l'avevano, tenuto nell'armadio come una reliquia con tanta di quella naftalina, per il terrore delle tarme, che quando veniva indossato.... altro che le canne di quest'epoca, era uno sballo per tutta la giornata, non c'era bisogno nemmeno di qualche bicchieretto di vino (quello da poco), erano ubriachi lo stesso.
Chissà come si sarebbero consolati, quei poverini, se avessero saputo che nel 2000 quei pantaloni sarebbero andati di moda, venduti proprio così, senza avere bisogno di crescerci dentro.
Pantaloni che non indosserei nemmeno se mi pagassero.
Peggio poi! Li indossano uomini dell'età mia, assumendo aspetti che potrei trovare normali in qualche film fantozziano, ma non nella realtà.
E qualcuno pure coi "petalini"*, da paura!
Il leggendario ragioniere degli anni sessanta, con calzoncini e calzini corti al mare, diventa un dandy.
Il massimo poi, diciamocelo francamente, con un pantalone del genere, il polpaccio cespuglioso è la morte sua!
rm
* Petalini, a Roma, calzini corti.
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